Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono, come aderire alle CER e come accedere agli incentivi
Viviamo in un’epoca di innovazione continua. La scienza e la tecnologia aprono scenari straordinari, offrendo soluzioni che fino a poco tempo fa sembravano impossibili. Ma questo progresso porta con sé anche nuove responsabilità: tra tutte, l’urgenza di affrontare un cambiamento climatico importante che sembra voler proprio incentivare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
In un mondo sempre più connesso e tecnologico, la transizione verso fonti di energia pulita sembra non essere più un’opzione, ma una necessità. E proprio in questa direzione nascono le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): un modello concreto, collaborativo e sostenibile di produrre e condividere energia.
Le CER rappresentano una nuova cultura energetica. Un modo intelligente e partecipato per rispondere alle sfide del nostro tempo, mettendo al centro il territorio, le persone e l’ambiente. Ma cosa sono veramente? Come si fa ad aderire e quali sono gli incentivi 2025 per le Comunità Energetiche?
Comunità Energetica Rinnovabile, cos’è?
Come abbiamo anticipato una Comunità Energetica è un’associazione senza scopo di lucro di persone, enti, imprese o condomini che decidono di produrre, condividere e scambiare tra di loro l’energia rinnovabile prodotta nella stessa area geografica da un impianto fotovoltaico.
Così si crea una Comunità Energetica che ha lo scopo di dare vita ad una cooperazione dove tutti mantengono la propria autonomia, ma i vantaggi economici e ambientali di questa scelta sono condivisi.
Come far parte di una CER e il ruolo di consumer o prosumer
Per aderire ad una CER la cosa più importante da fare è trovare un partner energetico, come Unoenergy, che possa supportare sia a livello tecnico che formale il processo. Esistono infatti due possibilità:
- aderire ad una Comunità Energetica già esistente
- crearne una nuova nel proprio territorio
La differenza tra Socio Produttore (prosumer) e Socio Consumatore (consumer) è semplice: il primo è colui che sceglie di installare un impianto di produzione e lo mette a disposizione della Comunità Energetica. Il Socio Consumatore invece, come dice il termine stesso, consuma l’ energia condivisa senza essere proprietario di alcun impianto fotovoltaico.
Entrambi hanno un grande vantaggio: il produttore riceve uno speciale incentivo sull’energia derivante da fonte rinnovabile che viene immessa mentre il secondo può utilizzare l’energia condivisa a costi contenuti e tutti cooperano per ridurre il proprio impatto ambientale.
I vari passaggi da portare a termine in entrambi i casi sono poi piuttosto semplici se eseguiti con il giusto supporto: bisogna definire un atto costitutivo, identificare gli impianti e registrare la CER nel portale dedicato del GSE.
Gli incentivi 2025 per le CER
Diventare prosumer – cioè essere parte attiva nel processo di produzione di energia – e consumatore di energia da fonti rinnovabili oggi conviene più che mai. Grazie agli incentivi previsti dal PNRR, chi decide di far parte di una CER può contare su vantaggi economici concreti e duraturi.
Nei comuni con meno di 50.000 abitanti, è previsto un rimborso fino al 40% del costo dell’impianto fotovoltaico fino al 30 novembre 2025. A questo si aggiunge il risparmio diretto derivante dall’autoconsumo dell’ energia elettrica prodotta, che riduce sensibilmente i costi in bolletta.
L’energia in eccesso, immessa in rete, viene poi rimborsata dal GSE con un contributo indicativo di circa 0,10 €/kWh dando il via ad un sistema virtuoso che premia la produzione sostenibile e rafforza l’indipendenza energetica.
Benefici ambientali per il futuro
Le CER sono quindi un incredibile strumento di risparmio energetico, ma non si limitano a questo. Il loro utilizzo genera un impatto duraturo sull’ambiente riducendo di molto l’impronta di CO2 di ognuno di noi. Si crea un turbinio di comportamenti virtuosi e consapevoli dove ogni persona che aderisce alla CER sa che sta facendo qualcosa di attivo nel percorso di transizione energetica.
